Autonomy.work offre consulenze ed elabora studi riguardo alla riduzione dell'orario di lavoro. Il punto di partenza è molto "riformista": lavorare a quattro giorni a parità di salario migliora le performance di lavoratori e lavoratrici al punto che il risultato sarebbe win-win: le aziende risparmierebbero alcuni costi e otterrebbero gli stessi risultati grazie agli incrementi di produttività, i dipendenti avrebbero un giorno libero extra senza dover sacrificare stipendio o opportunità di carriera. Non trascurabili nemmeno i vantaggi sociali tout-court: maggior equilibrio nella divisione del lavoro di cura, città meno trafficate e così via.
Se una settimana lavorativa di 30 ore o meno a parità di salario può sembrare irrealistica a lavoratori abituati a sentirsi chiedere continuamente straordinari o disponibilità anche extra-orario (malcostume in realtà soprattutto italiano) è opportuno ricordare che quasi cento anni fa J. M. Keynes
prevedeva che "Tre ore di lavoro al giorno, infatti, sono più che sufficienti per soddisfare il vecchio Adamo che è in ciascuno di noi"
Probabilmente non ha torto chi puntalizza che certi guadagni di produttività legati alla riduzione di orario non possono riguardare tutte le mansioni e forse nemmeno l'economia nel suo complesso ma anche quando si passò alle 8 ore molti affermavano che si trattava di una misura insostenibile e che alla fine avrebbe causato disoccupazione e danni ai lavoratori. Ora chi difenderebbe apertamente un ritorno alle 10 o 12 ore?
Curiosa anche l'obiezione riportata sul
Guardian di una certa Kate Cooper, "policy director at the Institute of Leadership and Management". Secondo Cooper si tratterebbe di una misura destinata a pochi privilegiati perché "se i negozi chiudessero il venerdì cosa faremmo nel weekend? Il tempo libero di alcuni necessita che altri lavorino". Ora, al di là del quadro distopico che la prima frase delinea, ci si chiede se chi lavora nel management abbia mai sentito parlare di turni o se invece pensi che il cassiere del supermercato aperto 24/7 venga tenuto sveglio con le anfetamine e poi, una volta deceduto, sostituito da un altro. Il punto è che, per quanto possa essere riformista, una riduzione consistente dell'orario di lavoro è vista molto male dalle associazioni dei datori di lavoro di tutto il mondo perché "At a time when flexible working is becoming more essential than ever, rigid approaches feel like a step in the wrong direction". Anche solo per questo è un'opzione che merita di essere presa attentamente in considerazione.
Qui il report di Autonomy sulla settimana lavorativa di 4 giorni:
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